
Letteratura
13 Lug 2020
"I gabbiani e la rondine", quella Via Crucis che diventa Via Lucis...
“Mai celebrata una Via Crucis così. Pareva davvero d’attraversare l’Odio desiderando l’Amore"
La sofferenza, la rinascita, la bellezza nella Via Crucis che ha commosso il mondo. Roma, 10 aprile 2020, Venerdì Santo. Nel pieno della pandemia, la Via Crucis celebrata dal Papa non si svolge in mezzo alla folla, nel Colosseo, ma nella piazza San Pietro deserta, sotto lo sguardo dell’antico crocifisso della chiesa di San Marcello al Corso. Le parole che risuonano nella notte della morte e del dolore provengono dalla parrocchia del carcere di Padova: a meditare sulle quattordici stazioni della Passione di Cristo è un’intera comunità di uomini e donne che abita e lavora in questo mondo ristretto.
«Ogni anno, nella sera del Venerdì Santo, celebro la Via Crucis al Colosseo: in quell'occasione, tanto cara al popolo cristiano, accompagniamo Cristo lungo la via della Croce - rende noto Papa Francesco - Quest'anno ho voluto che fosse la parrocchia del carcere di Padova a proporre al mondo le quattordici stazioni. Ho scelto il carcere, colto nella sua interezza, per fare in modo che, anche stavolta, fossero gli ultimi a dettarci il passo. Assieme a don Marco Pozza abbiamo pensato le meditazioni come un'opera corale, unendo i vari volti che compongono il mondo delle carceri: la vittima, la persona detenuta, l'agente di Polizia Penitenziaria. Quando ho letto le meditazioni scritte mi sono commosso: mi sono sentito molto partecipe di questa storia, mi sono sentito fratello di chi ha sbagliato e di chi accetta di mettersi accanto a loro per riprendere la risalita della scarpata. Sono consapevole che non è semplice armonizzare giustizia e misericordia: laddove questo riesce, però, il guadagno è a favore di tutta la società. Ringrazio la parrocchia del carcere e, insieme aloro, ringrazio tutte le persone che operano a favore di questo
mondoristretto: Dio benedica il buon cuore di chi sfida l'indifferenza con la tenerezza».
In questo libro, partendo dalle meditazioni sulla Via Crucis raccolte e scritte insieme alla giornalista e volontaria Tatiana Mario, don Marco Pozza ha costruito un racconto sulla fede e sulla risurrezione dei viventi: la Via Crucis di Gesù diventa così una Via Lucis degli uomini, la cui sofferenza è stata riscattata da Cristo in persona.
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