
Salute
14 Giu 2022

Salute
14 Giu 2022
Dieta vegetariana e sovrappeso: è mai possibile?
Spesso si sente parlare della dieta vegetariana come l’elisir di lunga vita, quella che, per certo, ci garantisce non solo un buono stato di salute ma anche la forma fisica migliore e un peso adeguato.
Come con tutti i modelli alimentari, anche con la dieta vegetariana, se non correttamente bilanciata, si può incorrere al rischio di sovrappeso o a malnutrizione in eccesso o in difetto per macro o micronutrienti.
Fare delle scelte diverse rispetto al classico modello mediterraneo comporta avere grande consapevolezza alimentare. Chi si approccia al “vegetarianesimo” o al “veganesimo” deve comprendere bene cosa può utilizzare in sostituzione dell’uno o dell’altro alimento eliminato dalla lista, altrimenti corre il rischio di fare un’alimentazione monotona, sbilanciata nei nutrienti e magari più ricca di grassi e cibi industriali (ossia i preparati di carne di soia, lupino o miscelanze di legumi e cereali che dovrebbero sostituire la carne).
L’alimentazione vegetariana più adeguata sarebbe quella da fare con alimenti freschi e naturali e con nessuna o pochissime aggiunte di alimenti formulati per sostituire la carne o gli alimenti di origine animale in generale. Questi preparati industriali, in genere sono molto più ricchi di conservanti, esaltatori di sapidità, aromatizzanti oltre che, per alcune preparazioni, ad esempio il muscolo di grano, grandi quantità di glutine per dare la “consistenza elastica” all’alimento.
In ogni caso, la diminuzione della “rosa della scelte” degli alimenti sbilancia gli apporti nutrizionali più verso i carboidrati e i grassi, e questo porterà a favorire l’aumento di peso in soggetti che hanno una certa familiarità con l’aumento di peso in seguito all’ingestione di carboidrati e grassi in quantità maggiori rispetto al proprio “assetto genetico”.
Prova ne è che, in consulenza, facilmente si presentano vegetariani per percorsi di dimagrimento.
Anche la letteratura internazionale ci riporta studi a riguardo.
Uno studio recente (del 2019), condotto in India, che è al primo posto tra le nazioni con la più grande popolazione di vegetariani (circa il 40% degli indiani asiatici), sembra dimostrare che la scelta vegetariana in questa popolazione, non sia più così proficua come lo era negli anni addietro perché gli indiani vegetariani stanno spostando i loro consumi verso il consumo di alimenti trasformati e industriali per sostituire le proteine animali, stanno aumentando il consumo di cibi fritti e di carboidrati raffinati. Ecco perché gli indiani stanno iniziando a sviluppare tassi di obesità tali da giustificare addirittura l’intervento di chirurgia bariatrica (Springer Science+Business Media, LLC, part of Springer Nature 2019).
Divagazione internazionale a parte, possiamo sfatare il mito che tutte le diete vegetariane sono diete sane. Con questo non si vuole dire che chi desidera intraprendere un percorso vegetariano faccia la scelta sbagliata, anzi nel fare la sua scelta tale soggetto deve diventare ancora più consapevole e informato per scongiurare il rischio di carenze. Un regime alimentare, qualunque esso sia, va ben valutato prima di essere praticato e, se si presentano dei dubbi, è bene chiedere informazioni ad un professionista della nutrizione che ha tutte le competenze per riuscire a bilanciare il tutto in maniera adeguata, consentendovi di adottare il vostro modello alimentare senza rischi per la salute.
Un discorso a parte va fatto per le scelte vegane, ma essendo lunga la disquisizione mi limito ad accennare quali sono gli svantaggi di una dieta vegana:
- carenza di vitamina B12 (alcuni effetti: disturbi del sistema nervoso, anemia definita “perniciosa”, conseguenze dannose sul nascituro, etc.);
- carenza di proteine ad alto valore biologico che entrano a far parte della sintesi muscolare e quindi maggiore rischio di sarcopenia;
- eccesso di fibre, ossalati, fitati che hanno un effetto chelante sulle vitamine e minerali (calcio, ferro, zinco, etc.) riducendone l’assorbimento nell’organismo;
- carenze di ferro organico che è il ferro più biodisponibile per il corpo che si trova nei prodotti animali;
- sbilanciamento del rapporto di omega-3/omega-6 (che sono più presenti nei semi e nella frutta secca) con possibile aumento dei trigliceridi e del colesterolo.
Per scelte così estreme ancor più bisognerebbe rivolgersi a persone capaci di modulare l’alimentazione per evitare gravi danni all’organismo.
In ogni caso, il consiglio che do, in generale, e senza voler urtare la sensibilità di nessuno, è quello di cercare sempre una via di mezzo, un equilibrio tra la vostra salute e la “salute” del mondo che vi sta intorno.
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