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27 Dic 2016

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LO STRAORDINARIO POTERE DEI SENTIMENTI
- Daniela, cosa intendi con l’espressione “straordinarietà dei sentimenti”?
Quando parliamo di sentimenti siamo troppo incentrati sull’amore, ma per arrivare all’amore bisogna fare un percorso. Lo stesso sentimento richiede un percorso: si deve passare attraverso la sensazione, l’emozione, lo stato d’animo… sentimento è l’apice di una piramide. I due sentimenti principali dell’essere umano sono l’amore e l’indifferenza (non l’odio, perché l’embrione dell’odio è l’amore). Quando si arriva all’amore non si può tornare indietro: anche quando gli altri non amano più, anche quando gli altri ci confondono per i loro interessi personali… non ci rimane che conservare l’amore nel cuore e cambiare terreno. All’amore possiamo contrapporre soltanto l’indifferenza, altrettanto forte e irreversibile. I sentimenti si raggiungono nella straordinarietà, non nella ordinarietà. Il bene non è qualcosa che semplicemente si prova nel cuore: è qualcosa che si dà. E non è perché amiamo che tutto diventa semplice, anzi è proprio perché amiamo che tutto si complica, perché l’amore non alleggerisce; l’amore impreziosisce!
Quando io auguro, ad esempio, buonasera, auguro una sera diversa da quella precedente, che non so esattamente come sia stata, ma la auguro comunque migliore. Cosa vogliamo dire quando noi auguriamo qualcosa? Ci mettiamo l’amore o il protocollo? Sono domande da cui dobbiamo farci interpellare, per non fare dell’augurio una parola vuota.
- Come l’augurio, così il “grazie” …
Nella nostra epoca, in effetti, è venuto meno il principio di gratitudine. Assumere dentro di noi ciò che gli altri consapevolmente e inconsapevolmente ci danno, e ringraziare non con la parola ma con il cuore; questo è il principio di gratitudine! Un altro principio da riscoprire e vivere è il “porgi l’altra guancia” che significa: a fronte di un’offesa, “ti porgo un altro comportamento, un’altra modalità”. Così il perdono può veramente portare beneficio sia a chi lo dà, sia a chi lo riceve.
- È necessario un contatto intimo con se stessi per riuscire a vivere la straordinarietà dei sentimenti?
Certamente, perché la straordinarietà dei sentimenti non è solo ciò che diamo agli altri ma ciò che siamo a noi stessi in funzione di ciò che diamo agli altri. Do agli altri nella misura in cui apprezzo il mio essere. Siamo tristi. Ebbene, non c’è un motivo che lo determina, bensì un principio: si è tristi perché non si è contenti; ma come si fa ad essere contenti? CON- vuol dire INSIEME. Essere contenti significa stare insieme a sé. Questo ovviamente richiede un percorso di conoscenza e di accettazione di sé. Perché quando presentiamo un CV, presentiamo tutto ciò che abbiamo fatto e tutto ciò che sappiamo fare e mai ciò che siamo? Tu, chi sei? Perché non ci viene mai rivolta questa domanda? Nella società, sembra non interessare a nessuno… Ma almeno individualmente chiediamoci: Io chi sono? Se dovessi scrivere in un CV chi sono io, cosa scriverei? È questo solo l’inizio di un lungo cammino verso la contentezza…
INTERMEZZO MUSICALE: un brano tratto dal settimo ed ultimo album di musica per il benessere in cui Daniela, per la prima volta, suona sola: «io sto insieme a me, e oggi posso dire questo dopo un percorso molto sofferto». Il CD è color indaco, il colore della spiritualità: noi siamo sospesi nel cielo e non ce ne rendiamo conto…
- È importante porsi degli obiettivi in questo cammino? Una direzione di senso?
Di recente, ho tenuto un concerto a Montepaolo in un Santuario francescano quasi completamente “crollato” (a causa del terremoto). Là si percepiva proprio l’essere sospesi, il non avere un obiettivo. Quando noi non abbiamo un obiettivo, non ci succede niente di bello, perché anche se qualcosa accadesse non saprebbe dove andare. Il messaggio non è “mordi la vita”, ma “riconosci la tua vita” (o “conoscila per la prima volta”) entro un orizzonte dotato di senso. Avete presente quando la vita ci presenta un momento difficile? Non pensate sia sfortuna, perché nulla nella vita è senza senso. Chi, nella sofferenza, sorride è riuscito a cogliere il senso di quella sofferenza e a intesserla armoniosamente nella trama della propria esistenza. Avere speranza vuol dire sopravvivere con un sogno (senza sogni non si va da nessuna parte), e i sogni sono la possibilità di sorridere. Chiediamoci: quando nella vita ci è capitato un momento difficile, cosa ne abbiamo fatto?
- Qual è, secondo te, il segreto per concretizzare i propri sogni?
Il segreto, per me, è avere buon senso, buon cuore e buon umore. Queste tre componenti, però, devono essere in equilibrio, perché quando c’è troppo buon senso può nascere la paura, quando c’è troppo buon cuore può nascere la delusione, quando c’è troppo buon umore, può nascere la superficialità. La vita ci dà movimento, possibilità, incontri… le opportunità che la vita ci offre sono tante o poche, ma mai in più; perciò è importante riuscire a coglierle e non sprecarle.
- Quanto incide sulla nostra capacità di amare l’amore che abbiamo ricevuto dai nostri genitori?
Non demandiamo agli altri la nostra gioia!
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