
Non solo materia
17 Giu 2022

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17 Giu 2022
Ricreare il presente, creare il futuro
Se ci fermiamo alle evidenze delle ultime notizie di ogni giorno, per non entrare poi nelle particolarità della nostra vita quotidiana, potremmo definire la vita una tragedia. O dire che la vita è offesa e vilipesa proprio da noi. Nel mentre, più o meno cortesemente, andiamo scambiandoci tutti gli accidenti possibili, senza limiti nell’uso della fantasia…
È innegabile l’evidenza del tutti contro tutti e tutto alla quale siamo giunti. Forse senza rendercene conto stiamo procedendo anche contro noi stessi. Siamo spesso irritati e risentiti in modo incontenibile fino all’auto esasperazione.
Giudicate voi a quale “felice” risultato ci porta tutto questo.
Se non ci ripensiamo seriamente nei modi del nostro proporci e agire siamo vittime di quell’orrore che un giovane denuncia e descrive nello scritto che riporto a conclusione.
Nonostante la situazione sperimentata e descritta, io credo che la vita sia meravigliosa quanto imprendibile. Sì, imprendibile fanciulla che ama farsi desiderare, corteggiare, rincorrere, pensare nella sua bellezza, non sempre così palese; essa si forma, si trasforma ed è senza forma. Vita che sfugge alle righe dell’ordine, incontenibile! La vita crea anche qualche problema, ma resta comunque vita anche quando esce dalla bocca del moribondo; lascia solo ciò che si decompone e diventa respiro senza fine. Anche un pensiero si decompone per opera di un altro pensiero, ma non la vita. Vita è la parola immortale che ti gira nel cuore per generare altra vita. Tu puoi chiudere o aprire la porta alla vita, ma in ogni caso essa resta vita; puoi mortificarla, deluderla, rattristarla, violentarla, ma comunque non si elimina la vita!
E allora noi siamo solo contenitori passivi della vita? No, il nostro respiro ne fa parte; noi siamo il suono, il pensiero della vita, fino a quando la riconosciamo vita.
La vita in te è presenza e vicinanza; canta, soffre, la vita; cammina, si svela, si ferma, la vita; e poi riprende
l’avventura dell’eternità. È gravida di te la vita!
Eppure, a volte, pur viventi, si è già moribondi e, moribondi, si è già viventi.
“Il nostro tempo è limitato per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun’altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore e, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo essi sanno cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario”. (Steve Jobs)
Questo nostro tempo, proprio adesso, tra le righe delle notizie, ci dice che è il momento giusto per ripartire dalla sana consapevolezza, dalla conoscenza e dalla comprensione di ciò che sta accadendo dentro e attorno a noi, dei significati e delle possibilità.
Dunque cos’è per te la vita? La finestra a tramoggia o il balbettio dell’attimo che apre? Con questi miei immediati pensieri provocati dalla lettura dello scritto di Giacomo Merlino, un giovane diciottenne pordenonese, propongo il suo pensiero, premessa a un uomo di valore che ha il coraggio di essere se stesso, di pensare, e così, di stimolarci a vivere da protagonisti, veramente.
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